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NAPOLI IN TRE GIORNI: COSA VEDERE NELLA CITTÀ DAI MILLE VOLTI

Napoli, caotica e chiassosa ed allo stesso tempo poetica, ricca di storia, leggende e tradizioni. 

Pur essendo una città così ricca di fascino ed attrattiva, tre giorni a Napoli possono essere l’ideale per chi desidera scoprire la città un po’ alla volta, partendo da quelli che sono i simboli indiscussi della città.  

 

TOUR REALE DI NAPOLI

Cominciamo la nostra esperienza di Napoli in tre giorni percorrendo il Tour Reale di Napoli, un itinerario che mostra i monumenti principali di questa emblematica città. Piazza Plebiscito è uno dei luoghi simbolo di questa città e la nostra visita inizierà proprio da qui. Siamo nella parte storica della città e la piazza con la sua forma molto particolare si espande per 25000 metri quadrati. La sua struttura infatti è metà semicircolare e metà rettangolare, una particolarità che non passa inosservata e l’ha resa la piazza più caratteristica e bella di Napoli. 

Via Toledo

Visitare la stazione della metro Toledo è un must in quanto si tratta di una vera e propria opera d’arte. Al suo progetto ha lavorato l’architetto spagnolo Oscar Tusquetsche che ha voluto ricreare un’atmosfera marina attraverso l’utilizzo sapiente di luci e colori. La stazione, ubicata nel quartiere San Giuseppe,  è stata dichiarata dal quotidiano inglese The Daily Telegraph la stazione della metropolitana più bella d’Europa e del mondo.

Un’altra tappa del tour è il Maschio Angioino (detto anche Castel Nuovo), un castello medievale e rinascimentale costruito su volere di Carlo I d’Angiò nel 1266, dopo aver sconfitto gli Svevi, essere salito al trono di Sicilia ed aver spostato la capitale da Palermo a Napoli. Il nome del castello, Maschio Angioino, è un termine medievale derivante dal fiorentino “mastio” che indicava, in una struttura con più torri, la maggiore e la più sicura in caso di attacchi bellici. 

Passeremo quindi al Teatro San Carlo, uno dei più antichi e prestigiosi teatri d’Europa: la sua costruzione venne decisa nel 1737 dal re Carlo di Borbone. La sua storia, strettamente collegata a quella del Regno d’Italia e, ovviamente, alla musica, si può ripercorrere attraverso le sue decorazioni. Con la sua forma a ferro di cavallo, i cinque ordini di palchi più il palco reale, la sua ampia platea e il palco lungo una trentina di metri, il Teatro San Carlo è diventato un modello per i teatri costruiti successivamente in Europa, come il Teatro alla Scala di Milano o il teatro di corte della Reggia di Caserta.

Piazza Trieste e Treno si fa spazio, timida in confronto a Piazza Plebiscito, ma comunque molto caratteristica, contribuendo a rendere il centro storico di Napoli ricco di storia e cultura. La piazza, dominata dalla centrale Fontana del Carciofo, e realizzata su volontà di Achille Lauro negli anni cinquanta del secolo scorso, diventa fulcro al quale convergono le principali vie delle città: via Toledo, via San Carlo e via Chiaia. Numerosi edifici importanti si affacciano o si trovano ai margini della piazza come il Palazzo Reale che ha rappresentato, per oltre tre secoli, il centro del potere a Napoli e in tutta l’Italia meridionale. 

All’interno del Palazzo trovano spazio il  Museo del Palazzo Reale con gli appartamenti reali, la Cappella Reale, il Teatrino di Corte, la Biblioteca Nazionale, tutti da visitare. Di fronte al palazzo, a concludere la nostra visita, troveremo la Chiesa di San Francesco da Paola, uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica in Italia. La chiesa venne inaugurata nel 1836 da Papa Gregorio XVI, che le conferì il titolo di Basilica Pontificia.

 

SCAVI ARCHEOLOGICI DI POMPEI

Non si possono trascorrere tre giorni a Napoli senza visitare gli scavi archeologici di Pompei

Pompei non ha bisogno di presentazioni, ed è conosciuto in tutto il mondo per gli eccezionali reperti storici dell’età romana conservati praticamente intatti. L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ha distrutto la città di Pompei e di una vastissima area dell’attuale zona vesuviana, come le città di Ercolano, Stabia e Oplonti. I ritrovamenti a seguito degli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romananonché la città meglio conservata di quell’epoca. Per preservare l’integrità dei reperti, gestiti dal Parco Archeologico di Pompei, insieme a quelle di Ercolano e Oplonti, tutto il complesso è entrato a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO

Pompei è stata definita la città morta più viva che mai, continua infatti a stupirci regalandoci ritrovamenti spettacolari. L’ultimo in termini temporali è avvenuto nello scorso mese di agosto, grazie ad una campagna di scavi condotta in collaborazione all’Università Europea di Valencia, quando è stata rinvenuta una tomba unica nel suo genere, con una camera per l’inumazione e un’iscrizione dalla quale arriva la conferma che nei teatri della colonia romana si recitava anche in lingua greca.

Fascino e mistero avvolgono questo particolare ritrovamento. All’interno della tomba, con una facciata decorata da piante verdi su fondo blu e una camera per l’inumazione in un periodo in cui nella città i corpi degli adulti venivano sempre inceneriti, c’era il defunto Marcus Venerius Secundio che troviamo in parte mummificato con la testa ricoperta di capelli bianchi, un orecchio parzialmente conservato, così come piccole porzioni del tessuto che lo avvolgeva. Uno degli scheletri meglio conservati della città antica. 

Marcus Venerius Secundio era un ex-schiavo che riuscì ad ottenere un certo agio economico tanto da potersi permettere una tomba in un luogo di tale prestigio. Insieme alla tomba sono state trovate anche due urne, una in vetro appartenente ad una donna chiamata Novia Amabilis, forse la moglie del defunto.

Ritrovamento che si presta a numerose domande, senza contare al ‘giallo’ della parziale mummificazione del cadavere di Secundio che potrebbe essere dovuta alla perfetta chiusura della camera sepolcrale, ma anche ad una pratica di imbalsamazione. 

Storia e curiosità ad ogni angolo, quindi, e se vi incuriosisce l’alone di mistero che si cela all’interno del sito, non potete assolutamente perdervi una visita agli scavi archeologici di Pompei.

 

NAPOLI SOTTERRANEA 

Tornando nel centro storico di Napoli, oltre alle destinazioni più classiche come Spaccanapoli, la via che taglia a metà il centro, il Duomo, Piazza San Gaetano, la Cappella di San Gennaro che meritano di essere visitate, imperdibile è una visita alla Napoli sotterranea. Ne avete mai sentito parlare? Il leggendario sottosuolo di Napoli, infatti, nasconde cunicoli, acquedotti e spazi scavati dall’uomo durante il periodo risalente al terzo secolo a.C., fin dall’epoca della presenza greca in Campania. I Romani svilupparono ulteriormente il reticolo sotterraneo, soprattutto con gallerie viarie e con acquedotti, che rimasero in funzione fino al XVI Secolo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il sito ospitò centinaia di persone in fuga dai bombardamenti aerei. 

 

RIONE SANITA’ 

La terra madre di Totò. 

Il Rione Sanità si estende per circa 2 kmq e si trova ai piedi di Capodimonte, vicinissimo al centro storico di Napoli. In questo quartiere storico nacque nel 1898 il celebre Antonio De Curtis, in arte Totò. 

Anche se il Principe della risata ha ricevuto ben 3 funerali, il primo a Roma e ben due a Napoli, il secondo proprio al Rione Sanità, la sua presenza è ancora viva nella memoria della sua gente. 

Per questo motivo proponiamo questo magnifico tour per fare la sua conoscenza. 

 

Ecco alcune tappe principali che ripercorrono la vita del grande Totò: 

Via S. Maria Antesaecula, luogo di nascita di Antonio De Curtis, prima al civico 107 al terzo piano di un edificio in Rione Sanità, infine i al civico 109 in quella che ancora oggi è definita la vera casa di Totò.

Chiesa barocca di Santa Maria dei Vergini dove l’artista fu battezzato. 

Salita Cinesi, sfondo di due tra i film più rappresentativi di Totò: L’oro di Napoli e Ieri, oggi, domani…

Passeggeremo poi nel giardino degli Aranci, uno dei pochi spazi verdi del quartiere e progetto di riqualificazione tra i meglio riusciti dell’area, testimone delle vicende amorose del principe De Curtis.

Piazza S. Maria della Sanità: luogo del terzo funerale di Totò con la visita alla Chiesa di S. Maria della Sanità, al “Caffè del Principe”, infine al pastaio del Pazzariello.

L’ultima tappa sarà nel quartiere Poggioreale, fuori dal Rione, nel cimitero di Santa Maria del Pianto, dove si trova la tomba dell’indimenticato Principe della risata.

 

Se, leggendo questo articolo vi state innamorando di Napoli, partire per trascorrere indimenticabili tre giorni a Napoli sarà il prossimo passo. Scoprite qui il nostro programma di viaggio 

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